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Article / Blossom Life
Giu 6 - 2023
Compreresti una banana rosa?

L’esperienza di tre studenti stranieri in Blossom. Un reportage di Adam, Summer e Vincent del corso di Media e Giornalismo del Nottingham College.

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Il mantra per Blossom, come abbiamo scoperto presto, è trovare la bellezza nascosta. La bellezza che potrebbe non essere evidente all’occhio inesperto. Dopo averlo capito, abbiamo pensato che fosse una perfetta analogia con la nostra prima visita in Blossom. L’edificio è industriale e piuttosto sobrio, ma all’interno è un luogo elegante e moderno per persone creative e orientate al business.

La bellezza è all’interno

Le porte si sono aperte e siamo rimasti sbalorditi, sembrava di essere stati trasportati in un ambiente in cui l’atmosfera, per quanto possa sembrare banale, è “work hard, play hard”. L’atmosfera rilassata negli ampi uffici open space incoraggia e sprona le persone a cercare sempre la bellezza in ogni progetto.

Questa energia creativa e entusiasta permea l’edificio e ti colpisce come un soffio d’aria fresca, e ogni dipendente è disponibile e molto comprensivo nei confronti dei nostri tentativi di dire qualche frase in italiano. Ci sentiamo molto ben accolti e grati di essere in un’agenzia come Blossom per il nostro stage.

Dentro il lavoro

Per prima cosa abbiamo familiarizzato con l’ambiente di lavoro, poi abbiamo seguito un membro dello staff nelle nostre diverse aree di interesse, svolgendo alcuni primi compiti per testare le nostre capacità.

Cos’è “Pink Banana”?

Ci è stato assegnato il Progetto Pink Banana. Un progetto test, in cui il nostro compito era convincere il pubblico di riferimento che il nuovo prodotto, la banana rosa, è un frutto affidabile.

Abbiamo iniziato discutendo le strategie di marketing con Cami, Responsabile della Strategia, che ci ha indirizzati nella giusta direzione e ci ha consigliato gli ambiti da approfondire per iniziare.

Quindi abbiamo delineato quali tecniche di marketing funzionano e quali no, i nostri concorrenti e il benchmark, nonché gli eventi e le celebrazioni culturali che avremmo potuto implementare per promuovere il nostro prodotto e renderci più affidabili e distintivi, in perfetto stile Blossom.

Strategia creativa

Poi abbiamo presentato tutto questo in una riunione con Simone e Sofia, che ci hanno dato consigli e ci hanno aiutato a sviluppare le idee creative che avevano del potenziale. Volevamo assicurarci che l’azienda Blue Moon (il finto brand produttore della pink banana) trasmettesse i giusti valori: una mentalità sostenibile, sensibile all’ambiente e inclusiva dal punto di vista politico e sociale.

Abbiamo ipotizzato una campagna di marketing virale, creando qualcosa che non è necessariamente chiaro in termini di cosa si sta pubblicizzando, per poi suscitare la curiosità del pubblico e spingerlo a fare delle ricerche.

Abbiamo poi avuto la nostra presentazione interna e le persone di Blossom sono state molto positive e ci hanno fatto critiche costruttive. Hanno affermato che la nostra idea di stampare la banana anziché utilizzare un adesivo era molto innovativa e che l’uso di un design minimalista abbinato alla call to action “Pick Pink” sarebbe stato molto efficace.

Cosa abbiamo cambiato?

A un certo punto abbiamo concluso che avevamo troppe idee e strade di strategia che non avremmo avuto il tempo di mettere in atto. Abbiamo quindi ridisegnato il logo per la banana rosa, abbiamo anche perfezionato e finalizzato quali parole abbinare alle immagini per i post sui social media e creato ulteriori grafiche per la nostra campagna “Pick Pink”.

La presentazione finale

Abbiamo poi presentato la nostra presentazione finale a Simone, Sofia, Cami e ad alcuni altri membri di Blossom. Abbiamo mostrato il piano marketing e i design che avevamo creato, e loro ci hanno dato feedback positivi e suggerimenti su cosa migliorare.

Grazie, Blossom!

L’esperienza in Italia è stata incredibile, ma aver avuto anche la possibilità di lavorare in un posto accogliente e motivante come Blossom è stato impareggiabile. Grazie a tutti i Blossomers che continuano a cercare la bellezza. Da oggi lo faremo anche noi.

L’articolo è stato scritto da Adam, Summer e Vincent.

Article / Editorial
Giu 6 - 2023
Feast for thought

My two cents. L’editoriale di Giacomo Frigerio.

Di cibo se ne parla tanto, pure troppo. Specialmente nel paese dove sono nato. Sì, perché in Italia il cibo è una questione religiosa, è quel momento che aggrega ma che allo stesso tempo divide.

Penso al salame… ti sposti di 10 km e il salame si fa in maniera diversa. Prendiamo ad esempio la zona in cui si trova Blossom: qui hai il salame Brianza. 15 km e hai il Milano, altri 20 e hai il bergamasco con le sue diverse morbidezze e tecniche (ricordo mio nonno Agostino e i suoi amici che ritrovavano nel paesino in provincia di Bergamo a uccidere il maiale e a fare i salami, un momento di festa, di aggregazione, di storia, di comunità e fratellanza). Giri per Crema e incontri altri salami con forme diverse, fino a che non scendi a Piacenza e trovi il suo salame tipico e da lì a pochi chilometri entri nella terra del felino, poi Parma e così via. Insomma, ora che arrivi a Reggio Calabria incontri centinaia di diversi tipi di salami.

Questo è sinonimo di un Paese piccolo ma con tantissime unicità. E proprio queste unicità e diversità sono spunto quotidiano per chi, come noi, non vuole mai dire di sì al banale, alla “normalità”, allo standard.

Il cibo è ispirazione e condivisione

Siamo un’agenzia di comunicazione con al suo interno una chef e una cucina. Quando siamo partiti ed eravamo in 5 ci cucinavamo la pasta e ci riunivamo ad ogni pranzo per mangiare insieme. Ora siamo in tanti. Paola ci cucina delle cose pazzesche ogni giorno e ci aiuta a bilanciare le energie che servono per poter rendere al meglio.

Sì, perché il cibo non è solo piacere, ma è anche energia, cultura, vita. Noi lo vogliamo celebrare perché fa parte del nostro quotidiano e perché fa parte del nostro lavoro, ci ispira. Abbiamo clienti in questo mondo, da piccoli produttori di prodotti di altissima qualità a big brand che vogliono rivoluzionare il mercato. Per chi passa per un meeting dal nostro ufficio a nord di Milano, c’è sempre qualche cosa da mangiare ad accoglierlo e quel profumo invitante che sa far sentire a casa, come quando la mamma cucinava per gli amici che venivano per pranzo.

Con questo background e con il nostro voler conoscere, scoprire e essere sempre alla ricerca di nuovi idee, in questo numero raccontiamo storie di persone legate al cibo che ci hanno ispirato e che rispettiamo.

Buona lettura e buon appetito.

Article / Art and Design
Giu 6 - 2023
Food styling. Bello da mangiarselo con gli occhi

Alla scoperta dell’arte che sa trasformare il cibo in oggetto del desiderio.

“Si pensa, si sogna e si agisce secondo quel che si beve e si mangia”. Così scriveva F. T. Marinetti nel suo “Manifesto della cucina futurista” del 1930. Eppure, davanti al billboard di un nuovo yogurt o allo spot tv di un gelato, forse Marinetti direbbe che oggi “si beve e si mangia secondo quel che si sogna.

O meglio: secondo ciò che l’advertising riesce a far sognare.

Già, perché nell’industria alimentare e nelle abitudini dei consumatori la rappresentazione del cibo oggi gioca un ruolo fondamentale. Le modalità di presentazione del cibo non solo influenzano le decisioni di acquisto, ma possono arrivare a influenzare perfino l’appetito. E se questo è possibile è anche grazie a quell’arte che sa trasformare piatti e ingredienti in puri oggetti del desiderio.

Quest’arte è il food styling.

Un’arte che consiste nella preparazione e presentazione del cibo per la fotografia, i media e la pubblicità.

La rappresentazione del cibo non è di certo una novità.

Il cibo è stato raffigurato fin dalla preistoria, sulle pitture rupestri, ma anche nell’Antica Roma, nei mosaici con scene di banchetti.

Ma non solo.

Cesti di frutta, panini e bicchieri di vino hanno attraversato stili e secoli, passando dalle nature morte dei pittori fiamminghi a quelle di Morandi e Picasso, fino a trasformarsi nelle serigrafie delle zuppe Campbell di Andy Wharol, ovvero nel primo grande incontro-scontro fra arte e advertising.

Insomma, come spesso accade, non ci siamo inventati nulla. O quasi.

Styling Francesca Versolatto. Ph Maurizio Di Iorio.

Ma che cosa fa davvero un food stylist?

Oggi tante figure contribuiscono al successo di una campagna di food, ma sicuramente un ruolo capace di fare la differenza è quello del food stylist.

Trattandosi di preparazione del cibo si potrebbe pensare che il food stylist sia principalmente un cuoco. Trattandosi di immagini si potrebbe pensare che sia un fotografo specializzato. In alcuni casi può anche essere vero, ma non è questo il punto: il food stylist è la figura che permette a un panettone di non sembrare sgonfio e a un petto di pollo alla griglia di apparire invitante.

Ma per capire meglio cosa fa nella pratica un food stylist, abbiamo chiesto spiegazioni a chi questo mestiere lo fa tutti i giorni.

Luisa Chiddo – ph Orkun Orcan

Luisa Chiddo, esperienza, network e manualità

In collegamento da Dubai – dove si trovava per lo shooting di una campagna per un brand internazionale- alla domanda “Come descriveresti il tuo lavoro?” Luisa Chiddo ci ha risposto decisa: “Faccio il cibo finto per la pubblicità.

Luisa è una delle più riconosciute e stimate food stylist italiane – anche Blossom ha collaborato con lei- e ama definirsi un’artigiana.

Ha imparato questo lavoro in bottega e, dopo tanta gavetta, oggi sa ricreare per la fotografia un piatto indiano con ingredienti non edibili così come dare vita a un gelato di resina capace di non sciogliersi neppure dopo ore di shooting e fari spot ad alta intensità.

Il suo è un lavoro manuale che non si esaurisce nella manualità.

Per Luisa un buon food stylist deve, infatti, avere anche una lista di fornitori adeguati: dai fruttivendoli di fiducia, capaci di trovare 3 tipi diversi di ciliegie a febbraio, ai produttori di materiali speciali. Ma deve anche essere molto efficiente: “Io ho iniziato negli USA presso una delle più brave food stylist al mondo. Eravamo un team tutto femminile e lei ci faceva lavorare in battaglioni militareschi. È così che ho imparato l’organizzazione” dice Luisa, che aggiunge: “Essere organizzati permette di scattare di più e meglio.”

Oltre a fare immagini attraenti e belle, un set organizzato fa risparmiare ai clienti tempo e costi di post-produzione

Styling Luisa Chiddo
Styling Luisa Chiddo

Dunque, se in ogni set Luisa resta sempre una food stylist, le skills che mette in campo sono ogni volta diverse. Nonostante l’ampiezza di conoscenze necessarie, la specializzazione resta però una caratteristica fondamentale nel settore. “Che fa tonno, ce n’è uno solo in Italia. Lo sanno tutti!” ci dice Luisa “Io invece sono forte sul gelato. Ma anche in questo campo, in Italia, siamo davvero in pochi.”

Styling Francesca Versolatto. Ph Studio462

Francesca Versolatto, home economist

E fra i pochi food stylist italiani esperti di gelati c’è anche Francesca Versolatto: un curriculum internazionale e uno straordinario dono della sintesi. Per spiegarci che cosa fa un food stylist, Francesca sceglie un esempio: “È un po’ come il make-up artist. Solo che al posto di modelli e modelle abbiamo a che fare con cibo e bevande. Il processo è simile: casting, make-up, ultimi ritocchi e sotto alla macchina. Ovvero, scelta dei prodotti, composizione e creazione, ritocchi e shooting”.

E proseguendo nel parallelismo, Francesca riesce a spiegare con una semplicità invidiabile anche il valore del suo lavoro: “Fare una campagna per un prodotto alimentare senza un food stylist è come fare una campagna per dei prodotti di cosmesi con persone non pettinate e struccate. Voi lo fareste?”

Un esempio, questo, che riesce a fare capire anche che food styling non significa per forza immagini in cui il prodotto è innaturale o fake.

A questo proposito, anzi, Francesca ci svela che l’attuale tendenza è proprio quella di una presentazione sempre più naturale del cibo, in cui anche la post-produzione è spesso “alleggerita”, senza che venga mai meno l’appeal dell’immagine.

Styling Francesca Versolatto. Ph Francesco Van Straten.

L’attuale trend
va verso
immagini
sempre più
naturali,
capaci
di rimandare
a un’idea
di sostenibilità.

Samuela Conti. Oltre l’advertising, dentro lo scroll.

Ma oggi la comunicazione del cibo non è solo advertising. Basti pensare alla quantità di foto di cibo che vediamo tutti i giorni sui nostri feed social, oltre che in programmi tv, libri e riviste.

Di questo, ne sa qualcosa Samuela Conti, food stylist, food photographer e content creator del settore food, che nel suo lavoro spazia da lavori editoriali ai reel sui social network. Il suo è un approccio diverso e complementare rispetto a quello del food styling tradizionale, nato per la pubblicità.

Samuela ci racconta che per lei l’obiettivo resta sempre quello di rendere il cibo desiderabile, ma che oggi la sfida più grande è riuscire a trovare la propria cifra e riconoscibilità.

Styling e foto di Samuela Conti

Chi lavora nell’ambito della comunicazione digitale deve competere con tantissime immagini di food.

Styling e foto di Samuela Conti

“La mia più grande soddisfazione è arrivata quando una persona che non conoscevo ha riconosciuto una mia foto dallo stile, dal set, dai props e dalle luci.” ci dice soddisfatta Samuela. Ma oltre a set e fotografia, in quanto digital content creator, Samuela fa anche molte preparazioni. Ma come funzionano le sue collaborazioni? “Molto spesso mi vengono inviati i prodotti. Io faccio una serie di ricette di prova e, una volta trovata quella che mi sembra ideale, inizio a ideare il set e a scegliere i props. Poi inizio a scattare. Per un reel di solito ho bisogno almeno di una mezza giornata di shooting.”

Video / Interview
Giu 6 - 2023
Bianca. Quando l’ospitalità incontra l’alta cucina.

Che cosa significa lusso quando si parla di ospitalità? Qual è il ruolo del cibo in un hotel 5 stelle? La visione di Francesco Spreafico, owner di Bianca, e dello chef stellato Emanuele Petrosino.

La prima puntata di Outlooks, la rubrica dedicata a interviste e incontri con imprenditori e aziende per scoprire nuove tendenze e prospettive sul business, ci porta nella cucina stellata di Bianca, un boutique hotel sul Lago di Annone, vicino al Lago di Como, nato nel 2019 per volontà di Francesco Spreafico.

 

Sentirsi a casa

Francesco ci ha aperto le porte di Bianca e ci ha portato dentro il suo mondo: un luogo dove il lusso è un concetto semplice e dove l’ospitalità è un equilibrio ricercato fra accoglienza famigliare, cibo di altissima qualità e sostenibilità.
Guarda la puntata.

Article / Blossom Life
Giu 6 - 2023
Agency Survival Menu

Piatti e ricette creati dalla chef di Blossom, ideati per le persone che lavorano, progettati per la loro sopravvivenza.

Paola è la chef di Blossom. Tutti i giorni prepara il pranzo per l’intera agenzia: 70 persone affamate, a volte affannate, spesso affrettate. Persone che svolgono lavori diversi, ognuno con le sue specificità, ognuno con le sue esigenze. Per questo Paola ha ideato menu semiseri di sopravvivenza per ognuno dei team presenti in agenzia.

Oggi scopriamo i primi sei.

Creative Menu

Crema beauty di cavolo cappuccio viola, patate e latticino fresco

 

Da consumarsi preferibilmente prima del prossimo brief

L’idea giusta può arrivare in ogni momento. Per questo il piatto ideale dell’Art Director è colorato, armonico, artistico. Perché l’Art osserva, prende ispirazione, si lascia influenzare. E a pranzo ama svuotare la testa, ma soprattutto il piatto!

 

Proprietà: buon assortimento vitaminico e di antiossidanti, con aspetto ideale per stimolare la creatività.

Strategy Menu

Combinazione di insalata di valeriana, anacardi; pomodoro concasse; flat bread di broccoli; crema di broccoli; chips di cavolo nero.

 

Sempre verso l’obiettivo

Se la digestione è il target, bisogna costruire il funnel corretto. Per questo il menu degli strategist è a moduli e non si fredda. Il primo boccone? Solo dopo aver raccolto dati e insight.

 

Proprietà: basso indice glicemico, buona quota di antiossidanti e presenza di crucifere che stimolano la digestione e la detossificazione epatica. Da completare con un’aggiunta proteica.

Copywriter Menu

Black and white: riso venere, feta e yogurt

 

Buonisimo

Un piatto perfetto così. Perché quando le cose sono ben fatte, funzionano anche nero su bianco. Peccato solo per quel maledetto refuso che ora ha fatto andare al copy tutto di traverso!

 

Proprietà: grande apporto di fibre. I carboidrati integrale aumentano senso di sazietà, facilitano la funzionalità intestinale, riducono l’assorbimento di grassi e del colesterolo “cattivo”.

Finance Menu

2 ravioloni, 2 sarde, 4 asparagi e ¼ di cipolla agrodolce

 

Tutto a consuntivo

Non importa cos’ha preventivato la chef nel menu. Quando arriva a tavola il team finance conta tutto. E se il bilancio a fine pasto è positivo, scatta pure il bis.

 

Proprietà: completezza nutrizionale e alta digeribilità per mantenere alta la soglia dell’attenzione fino a sera. La presenza del pesce azzurro alza l’indice OMEGA del pasto per una mente lucida.

Social media manager Menu

Tranci di avocado e valeriana, lamponi e anacardi, indivia e semi di papavero, peperoni e timo

 

Smartphood

In una mano il pranzo, nell’altra il telefono. Perché il cibo è la cosa più instagrammabile che ci sia. E perchè nella vita di un social media manager le notifiche non dormono mai. Mai!

 

Proprietà: pasti pratici e veloci, facili da comporre, mangiare e da digerire. Ideali per pause pranzo sempre più “on the run”.

Media House Menu

Sandwich con feta e spinaci crudi e cotti. Chips di polenta al forno. Mousse di yogurt, sciroppo d’acero e riso soffiato al cioccolato.

 

Un cestino è per sempre

E niente… Dentro e fuori dal set, registi, operatori e producer se non è take-away non lo chiamano pranzo.

 

Proprietà: ottimo compromesso tra gusto e completezza nutrizionale. Ha una buona quota di fibre e un apporto corretto di proteine, con basso tenore di zuccheri e grassi saturi.

Le ricette sono create dalla chef Paola in collaborazione con suo fratello Carlo Spagnuolo, biologo nutrizionista, esperto in alimentazione plant based.

Per assaggiare i piatti, vieni a trovarci!

Testi: Federica Mosca
Illustrazioni: Daniela Lucherini

Photo Gallery
Giu 6 - 2023
Cook as you are

Quando il cibo diventa libertà. Il nostro servizio fotografico con i ragazzi della Cooperativa Sociale In-presa.

Il cibo è nutrimento. Il cibo è immagine e business. Il cibo è passione. Ma il cibo, a volte, è sinonimo di futuro e opportunità.

È questo il caso di In-presa, una cooperativa sociale che si occupa di formazione professionale, aiuto allo studio e accompagnamento al lavoro e si rivolge a ragazzi in situazione di difficoltà.

Fra i suoi percorsi formativi c’è quello che permette ai giovani di diventare operatori della ristorazione, e fra le sue iniziative ci sono anche una pasticceria didattica e un servizio di catering che impiegano i giovani, inserendoli in un percorso di recupero e di crescita.

Quando abbiamo conosciuto In-presa abbiamo scoperto una realtà che ha saputo fare del food un mezzo per cercare e creare Bellezza, un tramite per dare un senso a chi rischia di non riuscire a trovarlo, un modo per offrire ai ragazzi l’opportunità di trovare se stessi.

Abbiamo realizzato questo servizio con alcuni dei ragazzi che oggi frequentano la scuola. Ognuno nei panni di se stesso, con e senza gli abiti da lavoro, ognuno libero di dire al mondo: questo sono io.

Simone Maino
Simone Maino
Chiara Giordano
Chiara Giordano
Alessandro Gullotti
Alessandro Gullotti
Habiba Omran
Habiba Omran
Daniele Dell'Orco
Daniele Dell'Orco

Per sostenere la cooperativa sociale In-presa o sapere di più sui progetti, visita il sito.

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